Early Modern History

Retrato de la Lozana andaluza es un libro particular, una rara avis en la extensa cantidad de obras continuadoras de La Celestina. El Retrato fue publicado aproximadamente en 1530, en Venecia, pero fue concebida en el espacio fronterizo, tanto geográfico como ideológico, entre España y Roma. Su autor, Francisco Delicado compartió con Lozana el mismo destino de exilio y olvido hasta que Ferdinand Wolf en 1845 logró reencontrar autor y obra en una referencia. En esta obra desmesurada, hilarante, provocadora, de contenido obsceno y realización sumamente culta analizaremos cómo se construye y representa la identidad femenina alrededor del eje de la corporeidad y cómo se resignifican los rasgos de femineidad promulgados por la mentalidad patriarcal dominante del siglo XVI.

UID/HIS/04666/2019A primeira viagem à volta do mundo é-nos dada a conhecer através da relação que o vicentino Antonio Pigafetta, embarcado na nau de Fernão de Magalhães, escreveu ao longo de muitos meses de navegação. Dos 26 italianos que integravam a tripulação do capitão português ao serviço de Castela, Antonio Pigafetta foi um dos dois que completaram a viagem de circum-navegação, regressando, passados três anos, ao porto espanhol de San Lúcar de Barrameda. O texto que aqui se apresenta visa sistematizar fontes conhecidas e investigações recentes de modo a desenhar o percurso vivencial do cavaleiro do mar oceano vicentino. The first voyage around the world was made known to us through the relationship that the Vincentian Antonio Pigafetta, embarked in the ship of Fernand Magellan, wrote over many months of sailing. Of the 26 Italians who were part of the Portuguese captain’s crew serving Castile, Antonio Pigafetta was one of two who completed the circumnavigation voyage, returnin...

Brujas, demonios, hechiceras, supersticiones varias, de todo tipo y forma, seres, objetos y conjuros que abren las puertas a las fuerzas de otros mundos oscuros, ignotos y presentidos en lo más profundo del subconsciente colectivo humano, no importa qué época, cultura o raza. La Iglesia, como antes tantas fuerzas tácticas, políticas o religiosas, siempre consideró a todo esto como algo peligroso, un enemigo al que había que combatir hasta su exterminio, sin que, por lo general, hasta la fecha lo haya conseguido. Tan sólo la cultura ha arrinconado como trastos viejos alguna que otra particularidad, que más que infernal o paranormal era, simplemente, ridicula e impropia de seres pensantes con un mínimo de raciocinio, pero, aún hoy, persisten creencias, e incluso convencimientos, en tantas y tantas mandas a las que es prácticamente imposible desligar de la vida cotidiana.

Obrazovanje za javnu upravu na diplomskom nivou (magistarski program) u okviru vertikalno prohodnih sustava upravnog obrazovanja odvija se u svim zapadnoeuropskim zemljama, osim u Hrvatskoj. U radu se daje komparativni prikaz stanja u 16 zemalja, analiziraju osnovne znacajke te daju preporuke za razvoj u Hrvatskoj.

Η Μεθώνη και η περιοχή της από την αρχαιότητα έως τα νεότερα χρόνια. Αρχαιολογικές και ιστορικές προσεγγίσεις, Πρακτικά Επιστημονικής Διημερίδας (Μεθώνη, 16-17 Μαΐου 2015), επιμ. Αγγελική Πανοπούλου, Αθήνα 2022 / Methoni and its Region from Antiquity to Modern Times. Archaeological and Historical Approaches, Proceedings of a Two-day Scientific Conference (Methoni, May 16th-17th 2015), ed. Angeliki Panopoulou, Athens 2022, 231-290.

O artigo tem por objetivo analisar o influente modelo do Antigo Sistema Colonial, proposto originalmente por Fernando Novais. Os três elementos constitutivos do modelo - o exclusivo metropolitano, os "superlucros" e o papel destes últimos na industrialização europeia no início da Era Moderna - são criticados. Ao final, conclui-se que o modelo é essencialmente axiomático, demonstrando limitada aderência tanto à teoria econômica quanto à evidência empírica.

Un gruppo internazionale di storici modernisti ha contribuito a quest’opera collettiva con studi originali che si legano tra loro toccando, in modo centrale o tangente, i temi dell’ampio e diversificato percorso storiografico di Irene Fosi. Dalle famiglie nobili alla Curia pontificia, dall’amministrazione della giustizia alle strategie di conversione, dalla diplomazia alla presenza degli stranieri, dalla cultura artistica e materiale alla storiografia: questi temi, spesso condivisi con la studiosa nel corso di ricerche storiche che spaziano dalla Città Eterna all’Europa e al mondo, si condensano in questo libro che costituisce un omaggio scientifico e un attestato di amicizia e gratitudine.

Argument Hans Egede (1686-1758), the famous missionary and natural historian in Greenland, was one of very few known Norwegian alchemists. This article seeks to place Egede's alchemy in the context of the European alchemical tradition by identifying his sources in alchemical literature. Through an analysis of Egede's account of an alchemical experiment performed by him in 1727, Ole Borch, Johann Joachim Becher, and Michael Sendivogius are identified as his main sources. Egede's procedure and choice of materials are shown to be based on texts by these authors. The article argues that Egede's alchemical interest was more pervasive than hitherto understood, through the demonstration of connections between his alchemical studies and his work as a natural historian. Further it is argued that Egede's alchemy was not unique or anachronistic but exemplifies the continued belief in and practice of transmutational alchemy in Denmark-Norway in the early decades of the eighteenth century.

Modena’s Estense Gallery houses a series of frescoes by Lelio Orsi. During Dukes Francesco III and Francesco IV d’Este’s rule over Modena and Reggio, these would originally have been found in the Rocca di Novellara. Given their fragmentary state, it has been difficult to decipher the frescoes and impossible to identify with any certainty their original location or chronology. The paper places them in two distinct categories, classifying the monochrome friezes and the depiction of the Rape of Ganymede as part of a single cycle. This is thought to have been commissioned by Countess Costanza da Correggio and was probably dedicated to the constellation Aquarius. Fresh light is shed on the other frescoes, which portray narratives from the first book of Ovid’s Metamorphoses. These once formed a single piece, possibly from a 'camerino' of Alfonso Gonzaga, Count of Novellara and Bagnolo, and the son of Countess Costanza.

Offriamo una preghiera per il riposo eterno del nostro caro fratello, il card. Paul Josef Cordes, che ha servito fedelmente il Signore e la Chiesa e ora è andato da Lui per ricevere la sua ricompensa eterna. Fu Vice-Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici e successivamente Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum.

Era un caro amico del Rinnovamento Carismatico Cattolico (RCC) e successore del Cardinal Léon Joseph Suenens in qualità di Protettore del RCC. Fu incaricato "ad personam" da Papa Giovanni Paolo II di seguire l'apostolato del RCC.

Il Cardinale Cordes fu l’ispiratore e il Consigliere Episcopale della Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowship (CFCCCF), prima Associazione Internazionale di Fedeli del RCC ad essere riconosciuta dalla Santa Sede (30 novembre del 1990).

Fu anche Consigliere Episcopale dell’International Catholic Charismatic Renewal Services (ICCRS).

Egli ha aiutato in tanti modi a stabilire i rapporti tra il RCC e il Vaticano. Ci mancheranno i suoi saggi consigli.

Un ebreo sposa una bufala. Un finto prete spagnolo gira fra Sudamerica e mezz'Europa imbrogliando e rubando a man bassa: giustiziato, subito dopo la morte gli si imputano atrocità mai commesse e viene fatto passare per rabbino. Le evanescenti prove sulle quali è basato il primo compendio dei presunti omicidi rituali perpetratati dagli ebrei. Le poesiole e le canzonette infamanti che innescano la miccia di un pogrom. Inesistenti rabbini che si convertono al cristianesimo. Le strategie conversionistiche delle frange più oltranziste della chiesa cattolica, fra plagi e falsi. Racconti di neofiti: fantasia e realtà. Il filo rosso che lega i saggi raccolti in questo libro è appunto il falso: notizie inventate, manipolazione delle informazioni, travisamenti della realtà trasmessi attraverso libri, canards, manuali, agiografie. Per un duplice scopo: perpetuare l'accusa dell'innata perfidia ebraica e convincere gli "ostinati" ebrei a riconoscere l'ineluttabilità del cristianesimo e abiurare la loro fede. Si trattò di una vera e propria campagna contra hebreos che superò largamente i secoli della lunga stagione controriformistica e che non fu orchestrata e pianificata dall'alto, ma venne condotta in prevalenza grazie all'iniziativa di zelanti uomini di chiesa, in ogni caso mai sconfessati né ostacolati. Agli occhi di molti ecclesiastici, la presenza ebraica nei ghetti italiani rappresentava una anomalia che andava cancellata con ogni mezzo. E se a svilire gli ebrei non bastavano le prediche e i battesimi forzati, o le pesanti interdizioni cui erano costretti, o le viete calunnie della profanazione delle ostie, o la riproposizione di leggende infamanti quali l'uccisione di bambini a scopi rituali, si poteva sempre deformarne l'immagine mediante l'arma della menzogna. Che gli ebrei italiani siano riusciti a mantenere salde le proprie file, nonostante il battage propagandistico e attacchi così martellanti all'integrità delle loro comunità, ha del miracoloso. L'entità numerica degli ebrei che prima degli editti ottocenteschi di emancipazione sconfessarono la religione dei padri fu infatti irrisoria. A conferma che la violenta campagna di proselitismo lanciata nei loro confronti era sonoramente fallita. Luciano Allegra ha insegnato Storia Moderna nelle università della Calabria, di Trieste e di Torino. Il suo ultimo libro, La povertà degli ebrei. Voci dal ghetto, è stato pubblicato da Zamorani nel 2021.

Jean Bérenger 1934-ben született, a Sorbonne professzora, a közép-európai államok történetének egyik legkiválóbb francia kutatója. Figyelmét annak idején tanára, V. L. Tapié professzor irányította a dunai népek, köztük a magyarok történetére. A hatvanas években huzamosabb időt töltött Bécsben, majd Budapesten. Párizsban az Institut National des Langues et Civilisations Orientales (Élő Keleti Nyelvek és Civilizációk Főiskolája) magyar tanszékén Aurélien Sauvageot tanítványaként és magyarországi tanulmányútjai alatt megtanult magyarul. Később a rennes-i, majd a strasbourg-i egyetemen oktatott. Jelenleg a Sorbonne Újkori Nyugat-Európa Történeti Tanszékén oktat. Az újkori nemzetközi kapcsolatok története és a hadtörténet specialistája.

Before 1547 the principal title of the monarch of Moscow was ‘Grand Prince’. In 1547 Ivan the Terrible (1533–1584) was crowned as Czar. However, his predecessors Ivan III (1462–1505) and Vasilii III (1505–1533) had already used the title of ‘Czar’ in diplomatic communications with Livonia, the Hansa, and Scandinavian countries. In texts created and/or translated in Livonia before the 1470s the Muscovite ruler was typically named ‘King’ (rex, koning), since this was the well-established practice for entitling Rus’ian princes. This usage changed rapidly during the 1470s, when Ivan III subjugated Novgorod
and became the immediate political partner of Livonian territories and the
Hansa. Henceforth the Russian monarch was called ‘Grand Prince’ (großfurst) in internal Livonian and Hanseatic communication. Simultaneously the use of ‘Czar’ was approved in diplomatic communication and political treaties, and translated as ‘Emperor’ (kayser, imperator). This development cannot be considered an ‘acceptance’ of the title of ‘Czar’ by Livonians and Scandinavians, nor as an acknowledgement of the superiority of the Muscovite lord, even when one takes into account the fact that Livonian territorial lords (prince-bishops and the Teutonic Order) were not independent sovereigns and thus really at a lower level of the feudal hierarchy. Muscovy had replaced previously independent or at least autonomous Novgorod and Pskov as a diplomatic partner; there was no previous traditional usage for naming the monarch of Moscow, and the new term was adopted from Russian texts, the task of translation being carried out by Livonians or Scandinavians. Yet diplomatic usage did not influence everyday language, where ‘Grand Prince’ or just ‘the Muscovite’ remained the usual term even after 1547.

Vita e attività dell'avvocato e magistrato Francesco Maria Quarenghi,  fratello del celebre architetto Giacomo, con particolare riguardo alla formazione della sua biblioteca e della raccolta documentaria di storia del diritto e di storia bergamasca conservata nella Biblioteca Civica di Bergamo. Nella ricostruzione delle vicende della vita si presta attenzione al passaggio rivoluzionario dall'antico regime al periodo napoleonico, di cui Quarenghi fu uno dei protagonisti